In questi giorni d’intense attività dedicate a L’Orto in Campania siamo giunti a una conclusione importante: questo progetto più che un orto è UN’IPOTESI DI CAMBIAMENTO.

Una rappresentazione numerica e spaziale di questo concetto è facilmente riscontrabile in un dato: sono circa 80 le persone che lavorano (e hanno lavorato in 3 anni) a questo progetto, il tutto per soli 600 metri quadri di coltivazioni. Questa sproporzione tra il tangibile (l’orto e le sue piante) e l’intangibile (80 teste pensanti) è un grande risultato: L’Orto in Campania è un pretesto, un piccolo spazio in cui coltivare vegetali ma soprattutto “coltivare” intelligenze, convogliando sapienze, tecniche, riflessioni, prospettive critiche, dibattiti, ecc. In altre parole, quello che ci stiamo sforzando di fare all’interno di questo spazio è COLTIVARE IL CAMBIAMENTO.

Un ulteriore conferma di questa tesi l’abbiamo avuta durante i giorni del workshop finale nell’ambito del seminario internazionale di comunicazione integrata. I lavori del workshop (che si è tenuto negli spazi del Centro Commerciale Campania dal 18 al 22 marzo), condotti con grandissima generosità e professionalità dai nostri cinque esperti (Susana Antonio, Angela MorelliVincenzo Di MariaAntonio IadarolaNicola Di Costanzo), ha coinvolto (e travolto) 20 studenti del Corso di Laurea Design e Comunicazione, modulo Sustainable Product Design curato dalla prof.ssa Carla Langella, della Seconda Università di Napoli all’opera per riprogettare gli strumenti didattici e di comunicazione dell’orto.

I preziosi risultati di questo lavoro (imprevedibile e sbalorditiva la qualità degli elaborati dei ragazzi) saranno presto a disposizione degli educatori di Slow Food Campania che continueranno, con strumenti sempre più raffinati, le attività didattiche per i giovanissimi studenti delle scuole del territorio iscritte al programma dei laboratori e per i fruitori dell’orto.

In questo processo “a cascata”, che dai facilitatori/esperti passa per i dottorandi e per gli studenti universitari e continua verso gli educatori junior di Slow Food fino ad approdare agli studenti delle scuole primarie e secondarie delle provincie di Caserta e Napoli, la trasmissione di conoscenza (e le modalità più sofisticate messe in campo perché questa trasmissione sia efficace) si muove liberamente a doppio senso, alimentando costantemente quell’IPOTESI DI CAMBIAMENTO così propriamente sottorappresentata dallo spazio fisico de L’Orto in Campania.

Qualche commento su queste giornate: qui (il blog di Vincenzo di Maria) e qui (sul sito di Slow Food Educazione)

Alcuni prototipi del materiale didattico qui

Due articoli sulla presentazione: Il Mattino, La Gazzetta di Caserta

 

5 risposte

  1. Un’esperienza meravigliosa! Grazie per averci dato l’opportunità di partecipare a questo workshop che ha permesso a noi studenti di scoprire una nuova metodologia, un nuovo approccio e anche uno spirito diverso per creare, progettare e realizzare……. GRAZIE GRAZIE GRAZIE!

  2. solo a vedere tutti quei sorrisi e quei materiali in trasformazione, si respira energia di costruzione di nuovi immaginari, scenari e luoghi fisici dove lavorare, pensare e condividere. Ora si tratta di disseminare per l’Italia quest’esperienza e quest’energia. Buon lavoro, buon ozio e buon pensatoio!
    Se riesco vengo a respirare un po’ di quell’aria nella settimana dell’8 aprile.
    Vale

    1. Sagge parole Valeria! Grazie. Ti aspettiamo, nell’orto. Tu porta il cardo gobbo, noi offriamo i friarielli: Piemonte e Campania mai così uniti.

  3. Ciao Laura,
    l’opportunità e l’arricchimento sono reciproci quando le condizioni per condividere il pensiero e le energie sono ben impostate. Credo sia stato questo uno dei maggiori punti di forza del seminario/workshop e di questo dobbiamo ringraziare voi brillanti studenti e i nostri “fab four”. Alla prossima…

  4. sono una studentessa che ha partecipato al workshop, grazie per averci dato questa opportunità, ci ha arricchito veramente! speriamo, adesso, che l’orto migliori ancora e coinvolga sempre più persone

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