Mentre i nostri giovani visitatori vivono gli spazi dell’Orto e partecipano ai laboratori didattici, un ospite li osserva passando a sua volta inosservato, apparentemente immobile.
Alla vista di un geco non tutti reagiscono bene. A volte, se lo incontriamo tra le mura di casa, siamo portati a scacciarlo credendolo in quale modo pericoloso. Eppure questo simpatico animaletto è da sempre considerato un simbolo di rigenerazione, adattabilità, forza e vitalità, per cui lo si ritrova in molte rappresentazioni artistiche e perfino nei tatuaggi. Il geco è tutto fuorché pericoloso, la credenza popolare identifica nel geco un autentico portafortuna che alcuni appassionati allevano in casa come un qualsiasi animale domestico.
Anzi, essendo un parente stretto della lucertola, va a caccia di insetti come mosche, zanzare e scarafaggi ben più fastidiosi e temibili per la salute umana.
Il geco (Geco comune o Tarentola mauritanica Linnaeus), è un piccolo rettile appartenente al sottordine dei sauri. La sua famiglia è quella dei Gekkonidae, che a sua volta comprende diverse sottocategorie molto diffuse in tutta l’area del Mediterraneo, soprattutto lungo le fasce costiere. Uno dei pochi rettili dotato di voce: emette cioè un verso, che non è un sibilo. Alcune specie si generano per partenogenesi, quindi le femmine sono capaci di riprodursi senza accoppiarsi con il maschio. Amante del sole e del clima mite proprio come la lucertola, il suo habitat ideale è costituito da pietraie, cave, muretti a secco, cumuli di legna, ma anche nel giardino di casa e nelle abitazioni dove adorano soggiornare senza temere la presenza umana o quella degli animali domestici più comuni. La sua vita è piuttosto lunga, perché vive in media ben 10 anni.