Una due giorni di discussione molto densa per L’Orto in Campania. Il workshop/evento “Festa seria (con ortaggi)” si è rivelato di grande interesse e utilità per condividere esperienze, riflessioni, contenuti formativi e pratiche pedagogiche sulle più interessanti esperienze di orti e parchi didattici attualmente presenti in Italia.

Momenti di confronto ricchi e stimolanti, che hanno visto il coinvolgimento di tredici storie con modalità operative e impostazioni differenti, che condividono l’impegno attivo per la valorizzazione dei territori e la sostenibilità ambientale, oltre che la stessa passione per natura, agricoltura e beni culturali.

Dopo l’arrivo a Marcianise nel pomeriggio di giovedì, i partecipanti hanno cominciato venerdì mattina il percorso di confronto e formazione condivisa. Ogni singola realtà progettuale ha avuto modo di presentarsi agli altri attraverso le relazioni frontali della fase mattutina e le sessioni di gruppo pomeridiane, opportunamente facilitate dagli esperti designer di Housatonic, che, oltre a facilitare le sessioni di lavoro, mediante la tecnica dello scribing hanno trasformato in percorsi visuali i principali argomenti trattati dagli ospiti allo scopo di aiutare la comprensione dei contenuti e la memorizzazione delle parole chiave. Sabato sveglia di primo mattino per la sessione conclusiva dei lavori, i feedback e le restituzioni di gruppo. Ma non è certo finita qui, visto che i gruppi si sono trasferiti in pochi minuti a Caserta, dove hanno avuto la straordinaria possibilità di visitare con una guida riservata il celebre giardino inglese della Reggia, il primo esempio di giardino informale italiano, ricco di piante rare e che ricopre una superficie di 24 ettari.

Hanno preso parte ai due giorni di attività ospiti provenienti da tutte le aree geografiche della penisola, dal Veneto alla Sicilia, passando per Patrizia Spigno e Raffaele Perreca, i due agronomi che da anni salvano le varietà orticole campane a rischio estinzione, con una puntata d’eccezione all’Accademia americana attraverso il progetto Rome Sustainable Food Project, nato nel 2007 sotto la spinta di Alice Waters, storica ristoratrice californiana, vicepresidente internazionale di Slow Food e già consigliera del presidente Obama. Abbiamo conosciuto la storia e il progetto dell’ Orto in condotta Slow Food di Treviso, realizzato in 29 scuole distribuite nella provincia trevigiana, coinvolgendo 1400 alunni e insegnanti; l’Orto botanico di Bergamo, che con “la valle della biodiversità” copre un’area di ben 21.700 metri quadrati piantumati con alberi da frutto: dal nocciolo al corniolo, dal melo al pero, dal gelso al melograno, dal kiwi al fico, dal sorbolo al mandorlo, al nespolo giapponese, per un totale di oltre 200 varietà diverse;  l’Orto didattico dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Bra, Cuneo), rivolto agli studenti del corso di Orticoltura Ecologica, composto da 26 aiuole di circa 5 mq/l’una, una zona di coltivazione dell’orto sinergico, delle erbe aromatiche, un’area destinata al compostaggio e una casetta di ricovero per gli attrezzi; il ristorante con orto Erba Brusca di Milano, animato dalla chef Alice Delcourt e da Danilo Ingannamorte, al confine tra campagna e città, uno dei primi e più fortunati esempi nel nostro Paese di attività ristorativa direttamente collegata a un orto; l’ufficio educazione di Slow Food Italia, che coordina il lavoro di 500 formatori in giro per la penisola, guidando e monitorando centinaia di progetti di Orti in Condotta, Master of Food, sperimentazioni didattiche e corsi di aggiornamento per docenti; Orti Alti, che a Torino sperimenta la realizzazione di orti verticali sui tetti degli edifici, attraverso un approccio collaborativo alla rigenerazione urbana, partendo da singole azioni per innescare impatti sociali su scala ambientale, sociale ed economica; l’esperienza del Parco Naturale Alpi Marittime in Piemonte, uno scrigno di biodiversità di oltre 100 mila ettari in cui da più di dieci anni i gruppi scolastici hanno a disposizione innumerevoli possibilità di visite e approfondimenti didattici; l’Orto botanico  dell’Università di Perugia, un’enorme oasi di tranquillità e pace dove sono conservati circa 1200 tipi di piante provenienti dalla flora umbra, da altre regioni italiane e da Paesi esotici; il Rome Sustainable Food Project, un’iniziativa didattica e formativa promossa dall’American Academy al Gianicolo attraverso cui si forniscono mediamente 120 pasti al giorno con prodotti a km zero nel rispetto della sostenibilità; il prestigioso Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, protagonista di numerose ricerche e rilevanti attività didattiche, attivo sin dal 1872 presso la storica sede nella Reggia di Portici, di cui il ricercatore Antonio Caporale nel suo intervento ci ha presentato i risultati di alcuni progetti di monitoraggio ambientale; il siciliano Horto in Hotel, un orto biologico di 400 mq realizzato presso il Four points Sheraton di Catania che, grazie al metodo di agricoltura sinergica, permette a frutta e ortaggi di crescere in armonia con l’ambiente e alla voglia di relax dei visitatori, contribuendo anche alla riduzione delle emissioni di gas dovute al trasporto dei prodotti;  l’Orto Capovolto – Zen Insieme, nel quartiere palermitano dello Zen un gruppo di giovanissimi è stato coinvolto nella riqualificazione di uno spazio abbandonato, realizzando un orto didattico e imparando a mantenerlo vivo e rigoglioso.

Durante l’evento è stato per la prima volta presentato pubblicamente anche l’ultima novità partorita nel gruppo de L’Orto in Campania, la “Guida Erbario dell’Orto in Campania”, l’interessante opera editoriale realizzata in due anni di lavoro. Un’innovativa e apprezzata guida botanica, composta da 150 schede di piante locali e internazionali e che rappresenta uno strumento di gioco e conoscenza, frutto dell’impegno delle tante intelligenze che animano dal 2011 il nostro progetto didattico.