Alla domanda: “Quali cereali conoscete?” Le risposte più quotate sono: “Quelli della colazione!” “Il grano”.
Già! Il grano, il re dei cereali. Che si gioca il suo posto nel modo son il riso e il mais.
Ci dimentichiamo, spesso, che le specie appartenenti a questo gruppo sono numerose e che, per secoli, hanno fatto parte delle tradizioni culinarie e storiche locali, soprattutto nei contesti agricoli. A noi de “L’Orto in Campania” piace ricordare e far scoprire piante che sono poco conosciute dai ragazzi e dalla maggior parte delle persone. Tra gli scopi del nostro Orto didattico c’è, infatti, quello di promuovere il concetto di biodiversità, mostrandolo in modo diretto ai visitatori.
Ed ecco che, questo inverno, oltre al grano e all’avena abbiamo seminato per la prima volta la Segale del Matese. Detta anche Sècena, è coltivata nei comuni di S. Gregorio Matese, Gallo Matese e Letino (Ce) ed è configurata come Prodotto Agroalimentare tradizionale (PAT) della Regione Campania. Si riconosce dalle cariossidi color grigiastro, allungate e con apici appuntiti. È un cereale autunno-vernino che, come il suo amico grano, non necessita di irrigazione. Si semina ad ottobre non a caso. La semina, infatti, avviene contestualmente allo scavo della Patata nera del Matese. Il motivo è che la patata è una specie da rinnovo e, quindi, in rotazione colturale con la segale. La Sècena è una specie rustica che tollera bene le basse temperature: può essere coltivata anche a 2.000 metri sopra il livello del mare e l’areale di coltivazione tradizionale è sui 1.000 metri di altitudine. Un tempo, la segale del Matese era usata per la panificazione: da essa si otteneva un buon pane di segale scuro, croccante, senza occhiatura evidente, con una mollica più compatta e meno alveoli.
Speriamo che vi sia venuta voglia di un fine settimana fuori porta ad assaggiare questo antico e meraviglioso pane scuro!