La magia del pomodorino del piennolo ha inizio in primavera con piccoli semi raccolti con cura. Non sono semini qualunque: sono il frutto di generazioni di contadini che nel tempo hanno selezionato i più resistenti, quelli che sapranno resistere al sole cocente dell’estate e alla brezza vulcanica dei pendii del Vesuvio.

I semi vengono piantati nei semenzai, dove l’acqua e la luce li fanno germogliare lentamente. Le prime piantine, sottili e fragili, crescono sotto lo sguardo attento di chi sa che ogni foglia, ogni radice, sarà importante per il risultato finale.

A inizio estate, le piantine vengono trapiantate nei terrazzamenti soleggiati. Qui ogni giorno è una lezione: si eliminano le foglie secche, si diradano i frutti per permettere al sole di raggiungere ogni pomodorino, si legano i rami per proteggerli dal vento. Il pomodorino cresce lentamente, prende colore, dolcezza e consistenza. La terra vulcanica, ricca di minerali, conferisce un sapore unico, un retrogusto intenso che racconta la lunghissima storia agricola della Campania.

Arriva settembre e finalmente i pomodorini sono pronti. Ma la magia è ancora davanti agli occhi del contadino: raccoglierli significa rispettare il tempo di ogni frutto. Ogni pomodorino viene staccato con delicatezza, senza rompere il picciolo, e legato con grande pazienza agli altri in grappoli perfetti: così nasce il piennolo.

I grappoli vengono appesi in ambienti ventilati, dove il sole li ha già baciati abbastanza. Lentamente, giorno dopo giorno, i pomodorini maturano insieme, diventando resistenti e conservabili per mesi. Ogni grappolo diventa un piccolo tesoro da portare in cucina, pronto a portare a tavola profumi, colori e memorie familiari, conservando il sapore e il calore dell’estate anche durante il freddo inverno.

Curiosità da ricordare: