Passeggiando nell’Orto in Campania non solo si rimane sorpresi dalla bellezza e dai colori delle piante ma, in particolar modo nella stagione calda, veniamo travolti dagli odori e profumi emanati.
Il basilico è una delle numerose erbe aromatiche che si possono scoprire, ammirare, annusare e toccare nel nostro Orto, in alcune differenti varietà: rosso, genovese, napoletano. Protagonista di tante ricette – ci viene subito in mente il pesto (salse pestate con aglio e noci venivano già preparate in Liguria all’epoca delle repubbliche marinare) – col suo inconfondibile odore rimanda a ricordi familiari unici. Ad esempio, il liquore al basilico come lo preparava la nonna.
La ricetta è semplice, ma l’ingrediente principale è l’amore con cui prepararlo. Ecco le istruzioni da seguire passo passo:
• Per prima cosa, è necessario raccogliere le foglie, lavarle una ad una e metterle ad asciugare, adagiandole delicatamente su di un panno rigorosamente di lino.
• Quando sono ben asciutte inserirle in un barattolo da circa mezzo, aggiungere mezzo litro di alcool per liquori e la scorza di mezzo limone.
• Chiudere ermeticamente il barattolo e agitare bene per mezzo minuto, per poi riporre il miscuglio al buio per almeno 15 giorni, ricordandosi di agitarlo quotidianamente.
• Trascorso il periodo di infusione, scaldare a fuoco lento mezzo litro d’acqua con 300 grammi di zucchero, lasciare raffreddare e poi unire l’alcool filtrato.
Una volta imbottigliato il preparato, lasciarlo riposare in un luogo asciutto e al riparo dalla luce per circa un mese, agitandolo ogni tanto.
In alcune zone il basilico viene chiamato erba di San Giuseppe. Mentre a Napoli e un po’ in tutto il Meridione viene definito comunemente vasinicola. Il termine deriva dal greco antico “vazilikon”, che a sua volta si rifà alla parola “vasilias”, cioè Re. Si traduce quindi con “degna di un re”. Il riferimento alla nobiltà non avviene solo in questa lingua, infatti, in francese, il basilico è detto “herbe royale” (erba reale). Dopotutto anche il termine italiano deriva dal latino “basilicum”, pianta regale.
Ovviamente anche la leggenda che spiegherebbe l’origine della parola vasinicola non poteva non avere a che fare con un Re. Si narra che un certo re Nicola, forse di origini persiane o turche, coltivasse nel suo castello unicamente questa piantina profumata. Egli costruì le sue ricchezze e il suo impero proprio sul commercio del basilico. Quando il sovrano morì il suo regno cadde in rovina, ma gli abitanti del villaggio decisero di non sprecare quelle piantine così buone che il defunto re aveva lasciato nel castello e spesso andavano a raccoglierne le foglioline per insaporire le proprie pietanze. I contadini erano soliti indicare il basilico come “l’erba dei vasi di Nicola” e da queste espressione nacque la parola vasinicola.
Al mondo esistono numerose varietà di basilico: la cinnamon, dal Messico, con un sapore speziato che ricorda quello della cannella; la dark opal con foglie completamente nere e un intenso profumo aromatizzato; la minimum, di origine greca, si adatta meglio ai climi freddi; la purple ruffles dal colore violaceo; l’anise, che ha un leggero profumo di anice; la crispum, che sarebbe il classico basilico con fogli larghe e increspate.