L’Orto in Campania da qualche anno ospita una rigogliosa pianta di capperi, un arbusto sempreverde che conserva tradizioni e saperi antichi tramandati nei secoli. La raccolta si effettua a mano: i boccioli, stesi ad asciugare su teli di iuta, al fresco, per impedire loro di sbocciare, sono poi selezionati in base alla dimensione e riposti in tini di legno, a strati, alternati con sale grosso. Dopo circa un mese sono pronti per il consumo.
Dal sapore intenso, salato e piccante, il cappero è oggi un must della cucina mediterranea, come il basilico o l’origano. Ma anche una pianta dalle molte curiosità.
Arriva dai tropici, sebbene in molti lo considerano sia considerato una varietà nostrana proprio perché fa parte dell’iconografia mediterranea quel suo sbucar fuori dalle fessure dei muretti a secco o dalle rocce o da piccole zolle di terra. Spesso cresce in compagnia di piante da frutto, vitigni e olivi. Il cappero è una pianta eurasiatica, che cresce in un’area che si estende dall’Europa al Giappone. In Italia è presente specialmente al Sud e, amante dell’esposizione diretta alla luce solare, come di quei luoghi dalla scarsa umidità e dalla ventosità media, trova il suo habitat ideale nelle Isole Eolie (il cappero di Salina, a rischio di estinzione, è Presidio Slow Food) e a Pantelleria. Una pianta perenne che fiorisce da maggio ad ottobre, che vuole il sole (la sua esposizione prediletta è quella a mezzogiorno), teme il freddo, ama terreni sassosi e poveri, resiste bene alla siccità, per questo ha radici molto lunghe che le permettono di catturare l’acqua in profondità.
Della pianta, i cui fiori bianchi con stami dalle fiammate violacee sono un capolavoro della natura, si mangia il bocciolo che si conserva sotto sale ed è la parte che comunemente si aggiunge alle pietanze per dare mordente, come dicono i siciliani, mentre il cucuncio, chiamato anche cappero gigante, più carnoso e con micro semini, è il frutto della pianta del cappero, che di solito si conserva in salamoia e si serve all’ora dell’aperitivo. I diffusori dei suoi semi sono perlopiù gechi e lucertole, che ne sono ghiotti.
Il cappero è un alimento prezioso, un super food ricco di polifenoli, molecole di origine organica e vegetale dalle importanti proprietà antiossidanti. I capperi, quindi, hanno effetti benefici sul metabolismo del colesterolo: grazie ala quercetina (specialmente le radici, ottime per decotti) proteggono le nostre articolazioni, tramite la rutina sostengono l’apparato circolatorio, favorendo la micro-circolazione, hanno proprietà antitumorali e possono essere d’aiuto nel ridurre i livelli di zuccheri nel sangue, risultando utili in caso di diabete e iperglicemia. Tutto questo con pochissime calorie, circa 33 kilocalorie per 100 grammi.
Il cappero è definito anche bocciolo dell’amore per le sue virtù afrodisiache, già citate nella Bibbia ebraica (le Ecclesiaste) perché i semi del cucuncio racchiuderebbero un forte vigore, tant’è che la leggenda racconta che nell’antica Grecia ci fosse una cortigiana che produceva un misterioso olio al cappero per ringalluzzire i suoi amanti.
Un piccolo consiglio per un fresco pasto estivo: pesto ai capperi e mandorle. Una variante molto saporita del pesto classico, perfetta per condire gli spaghetti o qualsiasi altro formato. Pensate ad una lasagna all’uovo alternata a questo condimento, besciamella e mozzarella di bufala. Da leccarsi i baffi anche con la pasta integrale o per antipasto come base di bruschette, crostini e tartine.
Siete pronti per farvi inebriare dalla bellezza di questa goduria per occhi e palato?